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IGORRR "Spirituality and Distortion"

Con ‘Savage Sinusoid' del 2017, Igorrr si è dimostrata una forza musicale davvero unica e ‘Spirituality and Distortion’, il suo nuovo album, consolida questa ben meritata reputazione. Unendo insieme, in modo non convenzionale e imprevedibile, stili musicali disparati che vanno dal black metal alla musica breakcore, balcanica, barocca e classica, Igorrr si dimostra essere diverso da qualsiasi altro progetto, realizzando un album lontano dai classici schemi musicali a cui siamo abituati. “Rimanere bloccati in una sola emozione è molto noioso per me; la vita è una vasta gamma di emozioni, a volte sei felice, a volte sei triste, arrabbiato, incazzato o nostalgico”, afferma la mente che si cela dietro Igorrr: Gautier Serre. “La vita non è solo un colore. Queste 14 tracce sono un viaggio attraverso diversi stati mentali che ho vissuto”. Ammette inoltre che, quando ha iniziato a lavorare sul disco non aveva fiducia nel realizzarlo : “Non ero sicuro di tutto quello che stavo facendo, dove avrebbe portato, o se sarei stato in grado di fare un album o no, stavo solo seguendo il mio istinto cercando di capire dove poteva arrivare”. ‘Spirituality and Distortion’ lascia spazio ad una nuova ed importante influenza musicale: la musica orientale tradizionale. “Non ho nessuna idea da dove provenga, ma i colori di quei suoni mi hanno ispirato molto. È qualcosa da cui sono stato estremamente attratto. Quei suoni hanno una profondità incredibile e, combinati con la musica pesante, è qualcosa che mi ha preso moltissimo e questo mi ha spinto a creare tracce come ‘Downgrade Desert’, ‘Camel Dancefloor’, ‘Himalaya Massive Ritual’ o ‘Overweight Poesy’". Nessun artificio, nessun piano particolare si è celato dietro alla realizzazione del precedente album ‘Savage Sinusoid’ se non quello di abbracciare e seguire quella libertà espressiva che contraddistingue Serre, radunando un piccolo esercito di musicisti specializzati che hanno contribuito a raggiungere la sua visione. Ed è esattamente quello che è successo con ‘Spirituality and Distortion’, un disco che come il suo predecessore, non può essere considerato prevalentemente elettronico. “La parte organizzativa è stata più complicata in quanto abbiamo dovuto invitare diversi musicisti nel nostro studio, questo significa prendere molti aerei, treni e auto. Tutti gli strumenti acustici sono stati registrati tradizionalmente, senza l'aiuto del computer”. Tra i musicisti coinvolti ricordiamo il violinista Timba Harris (Mr.Bungle, Secret Chiefs 3), il bassista Mike Leon (Soulfly), il pianista Matt Lebofsky, (Secret Chiefs 3) il musicista Mehdi Haddab con il suo strumento tradizionale Oud, il fisarmonicista Pierre Mussi, la musicista Fotini Kokkala con il suo incredibile strumento noto come Kanoun, e il clavicembalista Benjamin Bardiaux. Immancabile in questo nuovo album l’inconfondibile voce di Laure Le Prunenec, le cui varietà operistiche fanno parte da molto tempo del mix Igorrr, allo stesso tempo ricordiamo anche il contributo vocale del cantante e collaboratore Laurent Lunoir e la presenza di Sylvain Bouvier alla batteria. Nel 2019 la formazione si allarga: Igorrr dà il benvenuto al chitarrista Martyn Clement. Non mancano altri ospiti ad arricchire la versatilità di questo album come Pierre Lacasa e Jasmine Barra (noti per la loro apparizione in brani precedenti come ‘Vegetable Soup’ e ‘Cheval’) tornati per l’occasione in studio per realizzare il brano ‘Kung-Fu Chèvre’. Possiamo però dire che la parte più importante di questo percorso artistico è stata la realizzazione di un sogno personale di Gautier Serre: “Abbiamo avuto l'onore di dare il benvenuto al mio eroe musicale preferito in questo album: ‘George Corpsegrinder’ Fisher dei Cannibal Corpse. George presta la sua voce leggendaria sul brano ‘Parpaing’. Lui è tipo l'ultimo ‘Boss del death metal’, il migliore. Ho trovato molto coerente il contrasto tra l’estrema pesantezza e violenza della sua voce e la melodia di una musica 8 bit, che, diciamola tutta, è la musica meno pesante sulla faccia della Terra. Questo contrasto è molto bello per le mie orecchie”. Tuttavia, i testi sono meno importanti e spesso sono scritti in lingue sconosciute. “Come negli album precedenti, sono interamente concentrato sul suono stesso e su come le sonorità della voce parlano al cuore, non sul significato intellettuale delle parole”. Sempre non convenzionale, il titolo del disco è nato da circostanze che la maggior parte dei musicisti non avrebbe mai sperimentato. “All'inizio, ho scelto di chiamare una delle tracce' Spirituality and Distortion’ in quanto su questa traccia c'erano profondi suoni orientali e chitarre distorte nate dando fuoco al mio amplificatore. Facendo ciò, ho trovato perfetta la combinazione tra “spiritualità” e “distorsione”, che sono due concetti perfettamente opposti, e più tardi, ho notato che questa circostanza si presentava su molte tracce dell’album. Ho come l’impressione che questo forte suono distorto creato grazie all’amplificatore infuocato e il mood spirituale degli strumenti mediorientali arrivino direttamente all'anima. Questo titolo rappresenta piuttosto bene la divisione tra due sentimenti opposti, ed è la stessa sensazione che hai dopo aver ascoltato l’album”. Registrato presso l’ Improve Tone Studios in Francia, Serre ha coinvolto lo stesso team tecnico di ‘Savage Sinusoid’, ma ha scelto di nuovo di lavorare senza produttori esterni, evitando così di dare il suo 'bambino' a chiunque altro, sicuro al 100% delle proprie capacità per raggiungere il suo obiettivo, collaborando solo con musicisti selezionati. Ammette, tuttavia, che le sessioni sono state molto, molto intense questa volta :“Sono rimasto chiuso nello studio per molto tempo senza interruzioni. La differenza con ‘Savage Sinusoid’ 'è che ho fatto lo stesso lavoro ma per un periodo molto più lungo. Le sessioni di ‘Spirituality and Distortion’ sono state molto più intense considerando il fatto di averlo realizzato in un tempo molto più breve; è stato un lavoro duro che mi ha spinto verso i limiti più difficili che potessi sopportare. Ad essere sincero, ho sofferto molto nel processo di creazione di questo album, e sono molto felice, nonostante tutte le difficoltà, tecniche e umane, che sono comunque riuscito a gestire per preservare quella qualità che volevo per questo album.”
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