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Alessandra Rombolá “Out of the Playground”

Nata nel Sud Italia e di formazione classica, Alessandra Rombolà vive in Spagna da più di vent'anni, dispiegando una notevole profondità di abilità e versatilità verso il flauto per ritagliarsi un posto unico nel congiungimento tra libera improvvisazione e composizione moderna. Dal suo debutto da solista, "Urueña", pubblicato nel 2005, ha pubblicato solo un altro album con il suo nome, "Epigramas" del 2017, oltre a una manciata di collaborazioni con O3 e Muta, e con Rhodri Davies, Matt Davis, Mark Wastell, Michel Doneda, Ingar Zach e Esteban Algora. A distanza di sei anni dall'ultima, Rombolà ha indiscutibilmente ripagato l'attesa con “Out of the Playground”.L'apertura dell'album è "Répétitions II" del compositore norvegese Jan Martin Smørdal, seguita successivamente da "Répétitions I", entrambe composte nel 2020) e utilizza l'addcoder, un dispositivo audio sviluppato dal compositore in collaborazione con il norvegese Center for Art and Technology (Notam), per registrare, amplificare e riprodurre simultaneamente due studi di iterazione. In ogni pezzo, Rombolà inizia con una frase che, attraverso l'addcoder, cerca di ripetere esattamente. Il dispositivo stratifica questi tentativi e, col tempo, organizza una valanga di iterazioni, creando cascate selvagge di tonalità percussive, consistenza e sonorità sibilanti estese che si intrecciano come corde in tutto il pezzo. Il secondo pezzo di “Out of the Playground”, “The Ring”, è stato scritto da Rombolà insieme al percussionista e compositore norvegese Ingar Zach, ed è stato ispirato dall’interesse dei collaboratori per il tempo circolare. Rombolà esegue la prima metà al flauto basso in dialogo con materiale su nastro creato da Zach, composto da piccole cellule percussive che Rombolà ha registrato al flauto basso. Sorprendentemente bello, il risultato è un gesto magistrale della pratica elettroacustica contemporanea, che infonde una notevole quantità di emotività in un sorprendente senso di visione e controllo.
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