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DECABOX - #dissocialnetwork

DECABOX - #dissocialnetwork Vrec, 2014 Fare rock con venature pop in Italia (nel 2014) è una delle cose musicalmente più difficili e complesse. In un mercato dove l’offerta è 100 volte la domanda, sono i generi di nicchia che stanno funzionando, sia che si parli di metal come di hip hop. Ascoltando il secondo lavoro dei Decabox non possiamo che apprezzarne l’intento perfettamente riuscito di tessere musiche e melodie accessibili con arrangiamenti ricercati e mai banali. Il loro #dissocialnetwork, in aperto contrasto con la realtà mediatica dei social spesso “estraniante” piuttosto “che aggregante”, riesce nel difficile intento di essere un disco sempre vario, ricco di sfumature, interventi, cambi di ritmo in tutte le undici canzoni che lo compongono. La voce ed i testi del cantante Davide Rive sono un altro valore aggiunto della band: il timbro moderno del frontman a tratti filtrato ed onirico, spesso pulito e pop fanno di alcuni brani singoli riuscitissimi come “Il nome mio” o “Fammi fare un giro nella tua testa”. La band tocca inevitabilmente alcuni riferimenti italiani come i Negramaro, Subsonica (vedi l’elettronica predominante in “Fingere che tutto sia” o la ballad finale “Tempo fa”) o i primi Marlene Kuntz (“Punto e basta”), ma riesce sempre a trovare la propria originalità nella forza dei brani e nei testi abrasivi grazie anche alla produzione internazionale di Pietro Foresti. I Decabox sono una bella alternativa al rock italiano più mainstream. Da ascoltare. www.decabox.it
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