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GIUBBONSKY Testa di nicchia

GIUBBONSKY Testa di nicchia autoprodotto, 2013 Giubbonsky è il nome d’arte di Guido Rolando, cantautore milanese che da diversi anni si muove nell’underground militando in molte formazioni tra cui Officine Schwartz e Banda degli Ottoni a Scoppio, Contrabbanda, Fish Eye Band di Andrea Labanca. Tra i numerosi impegni ha trovato il tempo per completare il suo secondo album (dopo l’esordio nel 2010 con “Storie di non lavoro”) intitolato provocatoriamente “Testa di nicchia”. Incuriosito dal titolo del disco e della title track, leggendo il testo si svela l’arcano: Giubbonsky si è spesso proposto a diverse radio per promuovere il suo album ricevendo secchi rifiuti: il progetto non è radiofonico, sei un artista di nicchia, etc. Etc. Ed effettivamente non è difficile credergli visto che un disco tra rock alternative e teatro canzone per passare in radio avrebbe bisogno di un miracolo visto come ragionano oggigiorno i network hit oriented... Rimane comunque il fatto che questo “Testa di nicchia” ha diversi contenuti interessanti ed una varietà di approccio intrigante. Si parte dall’omaggio a Ivan Della Mea di “Povero Gatto” (libera interpretazione de “El me gatt”) dove l’artista si cimenta in vero e proprio esempio di teatro canzone (non a caso i riferimenti dell’artista sono Gaber e Jannacci). Mentre “Verde” potrebbe esser eil brano più radiofonico colpiscono il brano “Pattume”, atto d’accuso verso l’eternit a Casale Monferrato (paese di nascita dell’artista) e “Cicliade”, una vera e propria odissea dell’andare in bicicletta nel centro di Milano. Il disco continua con la filastrocca ecologista “La nostra terra”, e con la divertente “Il destriero del re”, storia di un cavallo che si ribella al proprio sovrano. Del singolo “Testa di nicchia” abbiamo già parlato: aggiungiamo che sicuramente è il brano più riuscito e che si trova in rete anche un divertente video per la regia di Luca Adami. Chiude il disco “Broncs” cover delle Officine Scwhartz, band dove Giubbonsky ha militato, e che parla di Quarto Oggiaro, a Milano: un quartiere difficile, spaccato di vita randagia. Nel complesso è complicato dare un giudizio a questo disco molto variegato che spazia dal rock alternativo alle filastrocche, dal teatro canzone al cantautorato puro. Giubbonsky è effettivamente un artista non catalogabile: il fatto che sia inserito nel sociale con i testi lo porta verso un cantautorato ironico a tratti demenziale, con tematiche pesanti ma ironia e leggerezza nel contempo. Il risultato è un disco con più “nicchie” con il rischio di non approfondirne nessuna. Il disco è prodotto da Alberto Rapetti e suonato dalla Giubbonsky Band con al basso Mega (Malakia e Ottoni a Scoppio) e alla batteria Fabio Bado (Contrabbanda e Fish Eye Band). www.giubbonsky.it 
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