Questo disco è un inno alla disfatta e all’infinita voglia di continuare ostinatamente a risorgere. Un inno alle sfide quotidiane, un inno ai Voina che da più di dieci anni si infrangono contro questo strano mondo e ogni volta rimettono insieme i pezzi sapendo che alla fine sono proprio le crepe a far entrare la luce.
KINTSUGI è il quarto disco in studio dei VOINA e, come ogni loro disco, rischia inesorabilmente di essere l'ultimo. Ancora una volta la band raccoglie i cocci della propria esistenza e riassembla tutto glorificandone le disfatte, da qui la metafora della pratica giapponese kintsugi, e lasciando ammirare i segni del tempo e della maturità raggiunta sui propri inciampi, errori e dolori.
"Rincollare le cose rotte.
Rincollarle anche quando ti dicono che forse non ha più senso farlo, che le cose vecchie vanno tenute in soffitta insieme ai ricordi e le cose dimenticate.
Rincollare le cose rotte.
Rincollarle anche quando i pezzi si fanno sempre più piccoli, e ogni nuova incrinatura allarga quella precedente.
Rincollare le cose rotte.
Rincollarle contro il tempo, la memoria, contro gli impegni della vita tutti i giorni."