Rebekka Bakken: voce e pianoforte; Johan Lindström: chitarra; Eirik Tovsrud Knutsen: tastiere; Jonny Sjo: basso elettrico; Rune Arnesen: batteria
Nata a Oslo nel 1970, Rebekka Bakken si è imposta come figura di spicco nella nutrita schiera delle cantanti jazz scandinave della sua generazione. E la concorrenza non era certo da poco, da Silje Nergaard a Solveig Slettahjell. Forte degli studi di piano e violino, oltre che di una voce di incredibile sensualità, nel 1995 si trasferì a New York. Fu qui che conobbe il chitarrista austriaco Wolfgang Muthspiel, col quale diede vita a un duo attivo sia nella scena dei club statunitensi che su disco, con tre album tra il 2000 e il 2002. L’anno seguente rientrò in Europa, stabilendosi in Austria: in quel momento prese definitivamente slancio la sua carriera, col primo disco da solista, The Art of How to Fall, distribuito dalla Universal come poi tutti i suoi successivi, sino al più recente Things You Leave Behind (2018), dalle irresistibili atmosfere rétro, che segna il passaggio alla OKeh/Sony. Una progressione di album che hanno messo in luce la varietà degli interessi della Bakken, alla quale il jazz sta decisamente stretto: si spazia dal folk al pop, con una forte impronta cantautorale.